Un bel gruppo di 25 soci e simpatizzanti della nostra associazione (e la piccola Nicole di pochi mesi!) si è recato a Torino il 3 e il 4 novembre per visitare una realtà che ha fatto scuola nel campo della solidarietà e della cosiddetta “mondialità”: il Sermig, ovvero ServizioMissionarioGiovani, fondato dal carismatico Ernesto Olivero negli anni sessanta. Il centro è dagli anni ottanta ubicato in una dismessa grande fabbrica di armi ed è diventato così l’Arsenale di Pace. Abbiamo trovato ospitalità presso la ben organizzata Ospiteria del Sermig, dove si alternano volontari 24 ore su 24 per offrir non solo alloggio ma un ottimo vitto ad un prezzo davvero contenuto. La struttura si trova in zona centrale e questo ci ha permesso di visitare a nostro agio la splendida città di Torino prima di poter partecipare domenica alla Santa Messa e visitare l’Arsenale, accompagnati da un membro della fraternità del Sermig e volontario da molti anni. Più di mille sono i volontari che donano il proprio tempo alle numerose attività del Sermig: nell’accoglienza dei bisognosi, nel prestare cure mediche a chi non può permettersele, nella formazione dei piccoli e dei giovani in un quartiere multi-etnico e problematico di Torino, nelle attività culturali, la scuola di musica, la scuola di restauro, la raccolta e la destinazione di tutto ciò che viene donato ogni giorno, alimentari, farmaci ecc ecc. Ma non è tanto il “fare” che connota il Sermig ma il “come” fare il bene. Una forte spiritualità orienta il dono di sé e lo illumina di luce che contamina attorno a se. Non si spiegherebbero i tanti piccoli e grandi miracoli che avvengono al Sermig da quando esiste se non ci fosse la Provvidenza che “aiuta chi aiuta Dio”. Riportiamo alcuni messaggi dei partecipanti che hanno voluto “restituire” al gruppo ma anche a chi non era a Torino, le frasi che li hanno maggiormente colpiti:
” una famiglia che accoglie”
“il nostro tempo non è nostro, ma di Dio”
“Il campanello che suona sempre…e c’è sempre qualcuno che risponde!”
” cambiare il mondo comincia dal proprio metro quadrato”
“scegliere il bene è una regola da condividere e diffondere”
“DOBBIAMO volerci bene”
“fare il bene e farlo bene”
“il concetto di restituzione”
Hanno molto colpito alcuni simboli forti presenti nell’Arsenale, come il Sasso della Compassione, all’ingresso dove si raccolgono i beni donati, un pietra su cui cade incessantemente una goccia d’acqua; la Croce del Dolore fatta di traversine e chiodi recuperati, messa accanto al Tabernacolo del Risorto.