Riportiamo una lettera-intervista della nostra amica Suor Maria Rosa Venturelli, con la quale abbiamo collaborato a più riprese.
Sr. Maria Rosa Venturelli
Suora Missionaria Comboniana
Originaria di Vignola
Vivo attualmente a Roma
Dopo avere vissuto la missione ad gentes nella Repubblica Democratica del Congo e successivamente in Polonia, sono poi rientrata nella mia terra di origine, l’Italia. Molte cose ho imparato dalla missione e dai popoli tra cui ho vissuto, valori che arricchiscono ora il mio vivere qui.
Svolgo a Roma un ufficio impegnativo: seguire il processo di canonizzazione di due sorelle comboniane, vissute agli albori della missione in Africa Centrale. Affondare le mani nella loro storia, nei valori che hanno guidato la loro vita, nelle emozioni e sentimenti che hanno vissuto, per me è una ricchezza sconvolgente. Sono donne che hanno amato fino alle estreme conseguenze, come Gesù.
Piccoli ritagli di tempo settimanali li dedico invece ad attività di formazione cristiana e di volontariato con i migranti che a Roma sono numerosi.
In parrocchia coordino il cammino della catechesi per la Cresima, cammino che dura due anni. Seguo e sono compagna di viaggio di dodici catechisti, giovani uomini e giovane donne, che avendo incontrato Dio nella loro vita, desiderano trasmettere la loro esperienza agli adolescenti. Infatti si tratta di ragazzi tra i 13 e i 16 anni. Adolescenza: tempo di crescita, tempo di dubbi e di domande, tempo di mille speranze e altrettante delusioni. Tempo di stacco dalla famiglia, tempo di amici e coetanei, tempo di autonomia vissuta spesso in modo non sufficientemente equilibrato. E questa parrocchia è dedicata a S. Paola Romana, una donna vissuta nel V secolo, al tempo di s. Girolamo, traduttore della Bibbia. Una donna forte, sposa, madre, vedova e tutta dedita allo studio e alla contemplazione della Parola di Dio. E’ una donna che mi parla al cuore ed è quello che noi catechisti vorremmo trasmettere ai nostri ragazzi: la bellezza e la profondità di una fede vissuta. Nel loro cuore possiamo solo seminare e depositare nei loro cuori dei “semi di Vangelo” che fruttificheranno in età adulta.
Un piccolo spazio settimanale lo dedico inoltre nell’ACSE – Associazione Comboniana Servizio Emigranti e rifugiati – a seguire la vita, la formazione, la vicinanza ad un gruppo di studenti universitari migranti. Sono giovani, ragazzi e ragazze, a volte già uomini e donne, diventati adulti in fretta per la vita difficile che hanno vissuto nei Paesi di origine. A volte sono rifugiati politici, poiché scappati dalla guerra e della violenza, oltre che dalla povertà estrema. In questi studenti vedo la gioia del futuro, la speranza di un mondo migliore, la tenacia di coloro che vogliono raggiungere un traguardo lontano. E’ bello stare in mezzo a loro. Una borsa di studio di 900 euro annuali, permette a loro di vivere meglio durante i loro faticosi studi. Una giornata formativa mensili/bimensile permette a loro di esprimersi, di condividere, di sentirsi “a casa” mentre vengono nella sede ACSE.
Un altro spazio minuscolo di tempo settimanale, due ore pomeridiane, per sette anni li ho dedicati ad incontrare ragazze vittime di tratta e di violenza, raccolte nel C.I.E. (Centro Identificazione ed Espulsione) di Ponte Galeria, alla periferia di Roma. Ragazze e donne dalla vita spezzata a causa della violenza, del commercio e sfruttamento del loro corpo e della loro dignità; donne vittime di persone senza scrupoli. Una “vera discesa agli inferi”.
Vivo a Roma, terra che custodisce da 2000 anni la storia del cristianesimo. Qui le due colonne della fede, Pietro e Paolo, hanno dato vita e fortificato gli albori del cristianesimo nella Roma pagana di quel tempo. Avendo studiato anche storia dell’arte particolarmente cristiana, dedico alcune giornate durante l’anno a guidare “il pellegrinaggio della fede” per consorelle ed amici, desiderosi di attingere alle radici della loro fede. Cogliere e gustare la fede attraverso i monumenti, la tradizione, le opere d’arte, è veramente una grande ricchezza interiore. Così come dedico parte del mio tempo a guidare corsi di formazione corsi di esercizi spirituali per le mie consorelle sparse nel mondo, guidandole a conoscere le profondità della nostra storia comboniana e missionaria.
Infine, in diversi ma brevi periodi dell’anno, sono accanto alla mamma anziana e ammalata, contribuendo così in concreto alla sua assistenza, insieme a mia sorella. Vivere in questi anni accanto alla mamma, ha suscitato in me tenerezza, amore, delicatezza, energia vitale. E’ proprio vero che gli anziani hanno la saggezza e ti educano alla fede con i gesti spiccioli del quotidiano. E’ una ricchezza interiore per me tutto questo.
Ecco, questa sono io, Maria Rosa, una donna consacrata a Gesù da ormai ben 45 anni. E’ una vita che sento vissuta in pienezza, accanto a fratelli e sorelle doloranti per il peso della croce, ma forti e vivaci nella fede.
sr. Maria Rosa Venturelli
Marano sul Panaro, 2 gennaio 2016
Memoria dei santi Basilio e Gregorio, amici nella fede